Fra tutti i teoremi del poker, il teorema di Zeebo o “zeebo’s”, è forse fra quelli che oggi mantengono ancora la maggiore validità. Concepito nel 2006 dal pro Greg Lavery (capitan zeebo sul forum 2+2), il teorema recita in questa maniera:
“nessun giocatore è in grado di foldare un full indipendentemente dalla puntata del proprio avversario”
L’enunciato del teorema è chiarissimo già di per se non avrebbe bisogno di spiegazioni, tuttavia vogliamo vederne le applicazioni. Un full house, nel texas holdem, è un gioco molto forte, inferiore soltanto al poker e alle scale reali. Su questo concetto si fonda il teorema: psicologicamente, foldare un punteggio tanto forte è difficile per chiunque. Di conseguenza i nostri avversari saranno portati a fare call praticamente a qualsiasi nostra puntata. Ecco perché, qualora pensassimo che il nostro avversario abbia un full più basso del nostro, non dovremmo esitare a mettere dentro tutte le nostre chips così da estrarre il massimo valore.
Il teorema ha anche una seconda applicazione ad esso correlata:
evitiamo di avventurarci in bluff strani quando intuiamo che il nostro avversario potrebbe avere un full.
Su un board del tipo: 4h5s4d5d9 (Sigle carte poker: D= Quadri S= Picche H= cuori C= fiori – Esempio: 5D = 5 di quadri / TH = 10 di cuori)
Se durante l’intera action al flop e al turn abbiamo notato segni di forza da parte del nostro opponent, una 3-barrel al river sarebbe quasi certamente controproducente, in quanto con un full egli ormai non folderebbe più la sua mano.
I giocatori medi, soprattutto in Italia, con un punto molto forte in mano, dimenticano di farsi domande sulle carte altrui e fanno call sapendo essenzialmente di battere soltanto un bluff.
Tuttavia se lo zeebo’s ancora oggi ha la sua validità è perché esistono giocatori del genere, ed è contro di essi che il teorema può avere effetti micidiali.
Tags: poker teorema zeebo, poker zeebo’s
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