Chiunque abbia avuto modo di giungere alle fasi finali di un torneo di poker multitavolo ha potuto chiaramente percepire come l’avvicinarsi della zona premi determini un sostanziale cambiamento nelle tattiche di gioco da parte dei giocatori ancora attivi nella partita.
Si tratta della famosa zona “bolla”, il cui superamento costituisce non solo l’obiettivo di ogni player, ma rappresenta il vero e proprio spartiacque fra il gioco di tipo dilettantistico e il gioco profittevole, inteso quest’ultimo come il risultato economicamente positivo della partecipazione a una competizione.
Fra le molte tattiche di gioco utilizzabili all’approssimarsi della “bolla”, analizziamo ora quella che presuppone una collaborazione fra due giocatori per eliminare un terzo player ancora in gioco ma con uno stack minimo. E’ doveroso precisare che tale tattica non è vietata poiché, a differenza della collusion, non consiste in un accordo dichiarato.
Questa strategia di gioco si attua riducendo al minimo i rilanci privilegiando, viceversa, il cosiddetto check down, cioè una serie continua di check sino ad arrivare allo show down anche in presenza di mani forti.
L’obiettivo di tale tattica, che ripetiamo, non può essere esplicito, è quello di far rimanere in partita il maggior numero di giocatori possibili insieme con quello che detiene lo stack più piccolo ed è, pertanto, la designata vittima di questo tipo di gioco.
Si può dunque ben comprendere che all’aumentare dei partecipanti alla partita, sono massimizzate le probabilità che a vincere il piatto sia un player diverso da quello che ha lo stack minore, il quale sarà destinato, nel giro di pochissime mani, a tentare il tutto per tutto con un all-in tanto disperato quanto probabilmente inutile.
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